Barbara Tamborini è autrice con il marito Alberto Pellai di L’età dello tsunami, il primo libro interamente dedicato alla preadolescenza. Nell’articolo scritto per il blog di deagostinilibri.it, Barbara Tamborini  spiega come il  libro sia frutto tanto delle ricerche e dello studio quanto delle esperienze sul campo e del confronto con molti genitori di preadolescenti come loro.

In seconda media, al ritorno da una gita a Milano abbiamo chiesto a nostro figlio come era andata. Lui ci ha raccontato un po’ dei posti visti e poi ci ha detto che nel tempo libero è andato con qualche amico a vedere un negozio di moda dove ci sono sempre fuori all’ingresso le modelle. Gli ho chiesto com’erano e lui un po’ spazientito mi ha risposto: “Come vuoi che siano? Se fanno le modelle!”. Per ribadire la dignità della mia domanda ho specificato meglio: “Intendevo com’erano di faccia…”

“E chi l’ha guardata!” ci ha risposto facendosi una risata per quell’uscita così spavalda.

Quel giorno abbiamo capito che era successo qualcosa. Quella battuta detta per scherzo, provocatoria, era il segnale chiaro che qualcosa stava cambiando. Oggi diremmo che era in arrivo lo tsunami.

Abbiamo deciso di scrivere un libro sulla preadolescenza perchè ci sembrava utile aiutare i genitori a capire come mai un figlio che si è sempre rivolto a noi per tutto, si trasforma all’improvviso in un guerriero ruggente che ci dichiara battaglia per conquistare sempre più potere. A noi è capitato di trovarci davanti un figlio che d’improvviso ha iniziato a guardarci con occhi nuovi, meno amorevoli e molto più critici. Difficile farne una giusta.

La scelta del titolo è nata dal confronto con molti genitori, dal senso comune di disorientamento di fronte all’irruenza del cambiamento del figlio e ai suoi effetti  sulla quotidianità della famiglia. Un terremoto che genera un’onda molto alta. Il fenomeno sismico richiama forte il pericolo della distruzione ma parlare di preadolescenza significa soprattutto pensare alla potenzialità del nuovo. Per questo abbiamo analizzato molte recenti ricerche sul cervello dei ragazzi per scoprire che i preadolescenti hanno in testa questi tre motori:

  • se una cosa mi fa star bene la faccio e non penso alle conseguenze;
  • i miei amici sono molto più interessanti dei miei genitori;
  • ho voglia fare nuove esperienze.

Inizia così una nuova fase di gioco tra genitori e figli: il tiro alla fune. Noi genitori da una parte e i figli dall’altra, un dinamico gioco di equilibri dove dosare forze ed emozioni.

L’altro giorno nostra figlia che appartiene a un gruppo di scout ci ha detto: “Ho proprio voglia di un’uscita con il mio gruppo. Non credevo che avrei mai detto una frase del genere in vita mia”. Dopo anni dove l’andare agli scout era un atto di fiducia nei nostri confronti (ci andava  perchè noi glielo avevamo proposto), il suo copione stava cambiando.  Dopo tanto fare una cosa perchè va fatta, ecco un segno nuovo di consapevolezza, una conquista: a tredici anni gli scout “mi interessano”, almeno per ora.

La preadolescenza per noi è questo: tanta pazienza per imparare a stare calmi anche quando i figli ci dicono le cose peggiori, quando non ubbidiscono, quando ci fanno sentire brutti o noiosi, quando vogliono stare altrove, perchè in fondo sappiamo che stanno provando a fare a meno di noi e lo fanno come riescono. Se non ci arrabbiamo, se non facciamo gli offesi, possiamo aiutarli a trovare un nuovo terreno di incontro, non più il nido caldo dove noi pensiamo a tutto, ma un tavolo dove ognuno ha il suo posto.

Voglio proprio tenermi in testa questa immagine quando la prossima volta mia figlia con una certa dose di disgusto mi dirà: “Mamma, potresti curarti un po’ di più!” . E magari potrei anche chiederle qualche consiglio.

Il libro l’ho scritto con mio marito, che stimo molto perchè considero davvero una  persone seria e competente. Lui è un instancabile esploratore del sapere, mai stanco di leggere, cercare su internet, ascoltare. Non sarà bravo a giocare a calcio ma d’altronde nessuno è perfetto. L’età dello tsunami è frutto del sapere e della vita quotidiana. L’abbiamo scritto prima di tutto per noi.

Barbara Tamborini