Il festival Pistoia – Dialoghi sull’uomo e l’Istituto Italiano di Cultura di Londra presentano un ciclo di conferenze di antropologia del contemporaneo, che si terranno a Londra.

Tutti i mercoledì del mese di ottobre, alle ore 19, nella sede dell’lstituto Italiano di Cultura di Londra, 39 Belgrave Square, quattro importanti intellettuali italiani: l’antropologo Marco Aime, la classicista Eva Cantarella, il semiologo Stefano Bartezzaghi, l’archeologo e storico dell’arte Salvatore Settis, proporranno al pubblico londinese, anche attraverso il confronto con colleghi inglesi, una riflessione sul tema del noi e l’altro, con l’intento di fornire strumenti per meglio comprendere la realtà che ci circonda.

3 ottobre 2018. Confini e frontiere

Con Marco Aime, in dialogo con Daniel Trilling

In un’epoca di piena globalizzazione, una cosa che di certo non è scomparsa sono i confini. Al contrario, in un’Europa che da anni cerca di creare una sempre maggiore unificazione, di fatto stanno risorgendo muri e barriere di ogni tipo, sia fisiche che culturali, poiché è attraverso la costruzione di confini che noi creiamo lo “straniero”.

La riflessione di un antropologo a confronto con quella di un giornalista, entrambe da sempre attente a a una tematica di urgente attualità.

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10 ottobre 2018.  Il viaggio e l’incontro con gli altri: da Omero alle curiosità di Erodoto, una lezione attuale

con Eva Cantarella, in dialogo con Nicola Gardini

Fra le sirene ammaliatrici da cui Ulisse deve fuggire e gli ippopotami del Nilo che Erodoto racconta con curiosità agli Ateniesi, Eva Cantarella ricostruisce una mappa dell’incontro e dello scontro fra civiltà e barbarie, di mondi diversi che imparano a conoscersi, e del percorso che l’uomo compie alla ricerca dell’uomo.

Una conferenza attuale che trae spunto dalle pagine più evocative di Omero e Erodoto per farli dialogare sul tema del viaggio e della scoperta dell’”altro”.

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17 ottobre 2018. Homo Ludens 2.0. Dal dado ai social network, a che gioco stiamo giocando?

Con Stefano Bartezzaghi, in dialogo con Robert Gordon

Esiste una definizione unica di gioco? Stefano Bartezzaghi ci mostrerà che quella del gioco è una dimensione molteplice, cadenzata da continue oscillazioni, costantemente in bilico tra regole e libertà, tra realtà e finzione. Ne ritroviamo elementi nelle narrazioni, nella moda, nel tempo tradizionalmente dedicato al lavoro, nei linguaggi e nei comportamenti sociali. Nel gioco, così come nella realtà, non ci sono regole inderogabili. Tranne, forse, una: ognuno deve trovare il proprio modo di giocare, scegliendo le proprie regole o inventandone di nuove.
Di gioco, o meglio di ludico, sono intrise poi le relazioni che tutti intratteniamo online, ricche come sono di toni semiseri, tormentoni virali, emoticon, ironia e naturalmente inviti, spesso molesti, a qualche nuovo gioco sui social network. La nostra realtà, insomma, assomiglia sempre di più a una “ludoteca di Babele”, in cui la cultura di massa ha instaurato a tutti i livelli un regime semi-giocoso che impone di riformulare non solo i rapporti fra gioco e realtà ma le loro stesse definizioni.

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24 ottobre 2018. Cieli d’Europa. Cultura, creatività uguaglianza

Conferenza di Salvatore Settis, seguita da un dialogo con Bill Sherman
Modera Marco Delogu

Le distruzioni intenzionali di opere d’arte, l’incuria che affligge i monumenti e i paesaggi, il declino delle città storiche e il diffondersi dei ghetti urbani sono segnali (diversi, ma convergenti) di una crisi che non è solo economica e politica, ma culturale. Stiamo disimparando a convivere con il nostro passato, a cui non sappiamo più guardare se non con nostalgia o disagio. Nessun osservatorio è più adatto dell’Europa, attraversata da spinte di disgregazione che nascono da un progetto economico-politico in cui la cultura ha avuto sinora un ruolo gregario. Ma che cosa, se non l’esercizio creativo del pensiero critico, può consentirci di comprendere i processi in corso? Una memoria culturale “plurale”, osservata con “sguardo distante”, è il terreno di crescita di una creatività che non mira all’effimera felicità del successo, ma comporta la piena realizzazione delle proprie potenzialità: un sentimento che incardina l’individuo nella comunità di cui fa parte.

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Locandina Conferenze Dialoghi sull'Uomo all'IIC Londra