La democrazia in America

La democrazia in America

Approdato nel 1831 in America dalle coste francesi per sfuggire al ricordo della Rivoluzione, dopo un tragitto in mare durato trentotto giorni cadenzato secondo i quaderni di viaggio da un unico costante pensiero – «la solitudine in mezzo all’Oceano ha qualcosa di sublime e di vero» – il giovane ventiseienne Alexis de Tocqueville era pronto a immergersi in una nuova realtà, lasciandosi alle spalle la confusione della vita politica che caratterizzava la Francia. Di lì a poco, avrebbe scoperto una società in prepotente sviluppo, in continuo movimento, un mondo inesplorato che nessuno aveva ancora descritto né compreso davvero. A risvegliare l’istinto politico di Tocqueville nel Nuovo Continente, insieme all’innata curiosità per l’analisi realistica dei fenomeni sociali, fu soprattutto la scoperta della radicale diversità fra gli Stati Uniti e la Francia: in America, la democrazia era “vita”. Una società basata sulla lotta, esemplificata al meglio dallo spirito di frontiera: da quei pionieri che, portando sempre più avanti nei grandi spazi dell’Ovest la civiltà, costituivano la molla dello sviluppo della società americana. «In America regna una fede popolare e universale nel progresso dello spirito umano.» La scoperta dell’America, per Tocqueville, si traduce a tutti gli effetti in una nuova “scienza politica” che, facendo tesoro del modello americano, con i suoi picchi di progresso e i suoi punti ciechi, può e deve essere applicata a tutte le società avanzate.

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