Le frontiere della ragione

Le frontiere della ragione
Dalla coscienza della crisi europea all’illuminismo

 

Quando è nata la categoria di periodizzazione “crisi della coscienza Europea”? Quali sono i percorsi di un concetto come quello di Illuminismo? Non è un caso che Paul Hazard, che ha inventato tale espressione, in un momento drammatico della storia del Novecento, mentre stava affermandosi il Nazismo, abbia concluso la sua riflessione con un grande libro postumo sui Lumi come cultura europea. Ma l’Illuminismo non è solo uno degli stili di pensiero che hanno caratterizzato un più vasto Settecento. È anche un progetto che ha avuto diversi ritorni nella storia non soltanto europea dell’Ottocento e del Novecento. Per fare alcuni esempi, è stato insieme alla Rivoluzione francese uno dei cementi ideologici della Terza Repubblica in Francia. È riemerso come riferimento essenziale al tempo dell’affaire Dreyfus. Salvemini e Gobetti lo hanno invocato come “stile europeo” contro il Fascismo. Hazard lo ha ripreso contro la minaccia del Nazismo. Ma anche negli Stati Uniti gli Anni Trenta vedono un rifiorire di Enlightenment, magari legato al New Deal. Cassirer prima del suo esilio e di fronte alla minaccia del Nazismo ne ha ricostruito la filosofia. Franco Venturi, che con Hazard è uno dei fili di connessione di queste pagine, ne ha fatto prima un modo per sottrarre storia e valori al Fascismo e poi un grande tema di studi su cui orientare la costruzionedell’Italia democratica, in un contesto culturale che sul terreno filosofico si era espressamente definito Neoilluminismo, legando uomini diversi come Nicola Abbagnano, Ludovico Geymonat, Norberto Bobbio, Eugenio Garin e i loro allievi. Ma il senso ultimo della lezione di Venturi e di ogni ripresa di Illuminismo è lo sguardo cosmopolitico di cui abbiamo ancora bisogno oggi.