L'uomo della provvidenza

L'uomo della provvidenza
La costruzione del mito di Mussolini dal trionfo alla catastrofe

Rivoluzionario, socialista, pacifista, interventista, nazionalista, repubblicano, monarchico e poi, per vent’anni, capo del fascismo e dittatore. Secondo Arrigo Petacco, Mussolini «si distingue da Lenin, da Hitler e dagli altri dittatori del suo tempo per una funambolica capacità di trasformarsi. Quelli conquistarono il potere fidando su incrollabili certezze e schemi prestabiliti, lui mutando i suoi programmi in corso d’opera con la disinvoltura di un esperto giocoliere». A dispetto di una vita fuori dal comune, per certi versi perfino picaresca, a più di settant’anni dalla morte la figura di Mussolini sembra sempre più cristallizzata nella maschera dalla mascella pronunciata che campeggiava in tanti manifesti di propaganda sparsi sui muri di tutta Italia. È possibile, invece, raccontare la sua storia senza pregiudizi, senza cedere al riflesso spontaneo di indossare una divisa?

In questo libro, Petacco ricostruisce con equilibrio e chiarezza la vicenda del «figlio del fabbro» diventato, secondo la celebre definizione di Pio XI, L’uomo della provvidenza. Non si tratta dell’ennesima biografia, ma di un percorso originale che tocca tutti gli episodi chiave della sua parabola politica, e li interpreta alla luce di numerose testimonianze ritrovate in archivi pubblici e privati, fra cui spicca quella inedita della figlia di Mussolini, Edda, che ha raccolto le confidenze e i pensieri più intimi del padre.

Dagli anni della giovinezza e del sogno rivoluzionario – al fianco di Nicola Bombacci, poi fondatore del PCI, e del futuro leader socialista Pietro Nenni – all’invenzione di un partito nuovo, quello fascista, che con l’uso spregiudicato della persuasione e della violenza attira estremisti di destra e di sinistra, moderati e conservatori, cattolici e anticlericali, e in brevissimo tempo lo conduce al potere. Dal delitto Matteotti, che sancisce fatalmente la sua svolta autoritaria, al Concordato con la Chiesa e alle grandi riforme economiche, fino alle campagne militari che segnano il culmine del consenso popolare nei suoi confronti, ma anche l’inizio di un’inarrestabile caduta: quando il Patto d’acciaio con la Germania nazista, la vergogna delle leggi razziali e la sudditanza ai folli progetti di Hitler porteranno l’Italia alla rovina e lo costringeranno, umiliato e fuggiasco, ad attendere la fine nel cupo crepuscolo di Salò.