Janet McNally è l’autrice di Le ragazze vogliono la luna, pubblicato in Italia da DeA: un romanzo che parla di famiglia, di sorellanza, di musica indie e di cosa significa diventare un’artista. Un romanzo che ha come protagoniste giovani donne forti, divertenti e interessanti che cercano di risolvere i loro problemi. L’intervista che pubblichiamo è nata durante il blogtour italiano dell’autrice, dalle domande delle blogger che lo hanno organizzato.

Perché hai deciso di scrivere questo libro?

Ho iniziato a scriverlo quando le mie due piccole gemelline avevano soltanto dieci mesi e l’altra mia figlia aveva tre anni, quindi non ricordo molto bene quel periodo. Sapevo di voler scrivere di una famiglia, adoro le storie di sorellanza. Personalmente non ho una sorella – soltanto un fratello che amo moltissimo – e ne ho sempre voluta una. In più, avevo appena avuto tre figlie quindi stavo pensando molto ai loro rapporti. Volevo anche scrivere di musica, in particolare di musica rock indie. Sono stata a tantissimi concerti quando ero più giovane, quindi volevo inserire nel romanzo tutta quella esperienza. Volevo raccontare cosa poteva significare diventare un’artista, così come Phoebe ha fatto.

Perché hai deciso di raccontare sia il punto di vista di Phoebe che di Meg?

Nella prima bozza del romanzo il punto di vista che avevo utilizzato era soltanto quello di Phoebe. È stato il mio editor a suggerirmi di raccontare anche alcune scene dalla prospettiva di Meg. Così mi sono divertita molto scrivendoli entrambi, e mi ha anche aiutato a esplorare meglio lo sviluppo di Meg come artista, e poi come un’artista/madre. Il doppio ruolo a volte è molto duro – come riuscire a trovare il giusto equilibrio? Forse ci si dovrebbe lasciare tutto alle spalle, proprio come ha fatto Meg.

Come madre delle mie figlie (seppur ancora molto piccole), ho voluto anche indagare a fondo il concetto di come nella vita non riusciamo mai a conoscere totalmente i nostri genitori.  Hanno avuto tutti le loro vite prima che noi figli nascessimo. Per questo, secondo me, era molto interessante offrire entrambi i punti di vista.

Che cosa avresti fatto nei panni di Meg?

Vorresti dire se avrei lasciato tutto il mio successo alle spalle? Non saprei. Avrei semplicemente fatto tutto il possibile per proteggere le mie figlie, ma penso che per Meg sia stato molto più di questo. Non ha mai amato veramente il successo, o almeno non tanto quanto Kieran. Era molto irritata da come la fama lo aveva cambiato. Penso che fosse ferita e per questo ha deciso di ricominciare e lasciare questo intero mondo alle spalle. Non so se riuscirei ad essere così riluttante del mio passato con le mie piccole come Meg è all’inizio del romanzo, ma conosco persone che invece lo sono. Penso anche che Meg, in realtà, non ha mai abbandonato veramente il mondo dell’arte – ha soltanto trovato un nuovo modo per continuare a viverlo.  

Il tuo romanzo parla molto di musica, ma anche di donne. Tre diverse figure femminili, ma allo stesso tempo anche molto simili. A quale delle tre ti sembra di assomigliare di più?

Questa è una bella domanda. C’è molto di me in tutte e tre. Penso che ognuna di loro rappresenti diversi lati di me. Tuttavia, penso che Phoebe sia la più simile, o almeno è molto vicina a come ero all’età di diciassette anni. Non è tranquilla e fiduciosa come Luna è, o almeno appare, ma vorrebbe esserlo. Deve solo imparare a fidarsi di sé.

Hai un romanzo in particolare che ti ha fatto pensare “ecco perché voglio scrivere”?

Amo tantissimo leggere, e potrei rispondere a questa domanda con centinaia di romanzi. Quindi risponderò facendo riferimento agli autori young adult che mi hanno ispirato di più quando scrivere era soltanto un’idea. Nina LaCour e Jessi Kirby, Ava Dellaira e Jandì Nelson. Tutte loro scrivono libri con forti, divertenti e interessanti giovani donne che cercano di risolvere i loro problemi. Recentemente mi hanno molto ispirato alcuni lavori di mie stesse amiche: Kathleen Glasgow, Kerry Kletter, Jeff Zenter, Lucy Keating, Jeff Giles, Harriet Reuter-Hapgood, Heidi Heilig e molte altre.

 

Phoebe e Luna sono sorelle, ma sono molto diverse tra loro. Luna è forte e determinata, Phoebe ha molte fragilità e insicurezze. Quale delle due è stata più difficile da descrivere psicologicamente?

Probabilmente Luna. Sembra molto fiduciosa e sicura di sé all’inizio, ma durante il corso del romanzo il lettore realizza che sta soltanto fingendo. Sotto la superficie è molto fragile e penso che Phoebe sia in realtà più forte della sorella nonostante l’apparenza contraria o, almeno, scopre di esserlo. Questo è quello che amo nello scrivere romanzi: avere sempre molto spazio per far crescere ed evolvere i propri personaggi.

Qual è la tua relazione personale con la musica rock indie e quanto di questo rapporto emerge dal romanzo? Da dove proviene questa tua passione?

Ho sempre amato la musica, specialmente il rock indie. Non sono una musicista, ma ho moltissimi amici che lo sono (e che definirei anche nerd della musica, quei tipi di persone che possiedono centinaia, se non migliaia, di CD e che conoscono ogni cosa sulle loro band preferite). Mio marito è un’artista, cantante e cantautore (lo potete trovare in questo sito www.hussalonia.com) ed era parte di tante band. Ho trascorso molto tempo ai loro concerti, spesso anche fino ad ore molto tarde (non finivano mai prima delle 4 del mattino!). La musica dal vivo mi ha sempre spinto a scrivere. Ho una memoria molto visiva e fotografica e quindi descrivevo spesso i posti che visitavo. Ho vissuto nello stesso appartamento di Luna a Brooklyn e questo mi ha aiutato molto a descrivere le scene ambientate lì.

Ci puoi suggerire una piccola playlist per il tuo romanzo?

La sola cosa che mi piace di più che dare dei consigli di lettura, è fare playlist. Quindi, sì certo!

Darling Don’t Worry di Thrush Hermit

Gold Soundz dei Pavement

Modern Girl di Sleater-Kinney

Somebody to Anybody di Margaret Glaspy

Elecrolite dei R.E.M

Never Be Famous di Hussalonia

Try a Little Tenderness di Otis Redding

I’ve Got a Feeling di The Beatles

Diamonds di Laura Mvula

The Dirt dei Waxahatchee

Step dei Vampire Weekend

Left and Leaving dei Weakerthans